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la Rilegatura

La rilegatura è l’ultimo stadio nella produzione di un manoscritto. Un libro non poteva dirsi, infatti, completato e pronto per essere immesso sul mercato una volta temiate le miniature. Era, infatti, costituito ancora da fascicoli sciolti, alcuni dei quali, probabilmente, smembrati in fogli separati. Tutto ciò andava raccolto insieme, messo in ordine, e tenuto insieme da una qualche legatura funzionale. Nel Tardo Medioevo tale compito veniva svolto dal cartolaio o rivenditore di libri e, quando è possibile identificare un rilegatore commerciale, questo spesso appare essere proprio un cartolaio.




Struttura interna della rilegatura: interno posteriore.
Parabole Salmonis ed altri testi.
Inghilterra, tardo XII o primo XIII sec.


Questa era, infatti, la persona che aveva preso gli ordini per i manoscritti da pubblicarsi e aveva poi distribuito i fascicoli fra i miniaturisti della città. A lui spettava, poi, il compito di ritirare le diverse parti del libro, ripulirle (cancellando le istruzioni e le macchie lasciate nel corso delle varie fasi della lavorazione), assemblarli in sequenza in accordo alle segnature o alla testatine ed infine rilegare il volume per il cliente. Per l’Alto Medioevo, quando il libro era produzione quasi esclusiva dell’ambito monastico, la rilegatura era fatta da uno qualsiasi dei membri della comunità che fosse in grado di portarla a compimento. Frequentemente i cataloghi delle biblioteche monastiche presentano uno o più scaffali con libri non rilegati, qualche volta nella forma di in quaternis, il che presumibilmente significa che essi erano tenuti insieme mediante qualche tipo di involucro più che trovarsi nella forma vera e propria di quadernisciolti.



L’attacatura dei bifolia fra loro.

Dal primo momento in cui si cominciò a mettere insieme i manoscritti nelle forma di libri piuttosto che i quella di rotoli o tavolette, i vari fascicoli venivano tenuti insieme attraverso una cucitura sulla piega centrale. Il libro è costituito da una serie di fascicoli uniti l’uno all’altro con le cuciture del primo e dell’ultimo di questi congiunti alle copertine. Le rilegature dei libri greci ed orientali erano essenzialmente di questo tipo così come quelle dei primi libri monastici occidentali.
Nel corso dell’intero Medioevo, tuttavia, i manoscritti venivano cuciti utilizzando fascette, cinghie o spaghi unite orizzontalmente ad angolo retto al dorso. I punti di ogni fascicolo passano attraverso la piegatura centrale e intorno alla fascetta stessa, di nuovo dentro al piega centrale e fuori ancora intorno alla fascetta, di nuovo dentro la piegatura e così via. Il seguente fascicolo sarà lo stesso e così fino a che tutti i fascicoli no saranno attaccati in modo sicuro alla cinghia posta lungo il loro dorso.

A partire da almeno il XII secolo, tuttavia, la cucitura veniva effettuata mediante l’aiuto di un telaio. Questo è un congegno di forma simile ad un cancello, posto in posizione verticale sul banco di lavoro. Le fascette che formano come delle colonne di resistenza per il dorso, sono stese verticalmente sul telaio, essendo sospese fra la cima e il fondo del telaio stesso. Il primo fascicolo è posizionato sul banco di lavoro con il suo dorso contro queste fascette tese e viene cucito al suo centro ed intorno alle fascette stesse. Il fascicolo successivo viene disposto sulla sommità del precedente, tenuto pressato e steso da un blocco di legno in modo che non si perda l’allineamento, e viene sottoposto al medesimo trattamento ed in questo modo si prosegue fino a che il libro non è assicurato con il suo dorso al telaio. La cucitura è l’operazione maggiormente lunga nella rilegatura.


Attaccatura dei bifolia cuciti, alla cassa

I metodi per cucire i fascicoli variavano da secolo a secolo così come da luogo a luogo, qualche volta col punto strega, altre con Segnatura, altre andando intorno alla fascette una o più volte, o attraverso fessure praticate nelle fascette stesse. Una volta completata la cucitura, le fascette potevano essere unite da entrambi lati del telaio. Il libro ora può apparire lento ed i fascicoli possono ruotare su loro stessi; a ciò si poteva porre rimedio rendendo il tutto più stretto e sicuro (come avveniva nel Tardo Medioevo) cucendo dei capitelli alla sommità ed alla fondo del dorso.


La Cassa dei manoscritti medioevali era generalmente di legno. La quercia era comunemente usata in Inghilterra e Francia, mentre pino e faggio i utilizzavano in Italia e così i manoscritti rilegati in Italia erano più leggeri di quelli nordeuropei. Qualche volta i Piatti erano di pelle. L’uso del cartone (un materiale fatto con scarti di carta o pergamena misti a colla) era assai poco frequente nel Medioevo e iniziò a diffondersi con una certa costanza a partire dal tardo XIV secolo specie in Europa meridionale, in Spagna ed in Italia, a Bologna, Milano ed infine a Padova. I Piatti della copertina, di qualsiasi materiale fossero fatti, venivano squadrati nella forma del libro. Nei primi manoscritti erano tagliati a filo con i margini delle pagine; a partire dal 1200 iniziarono ad eccedere i margini ed anche ad essere ripiegati su di essi. Le fascette sul retro dei fascicoli cuciti venivano allacciati alla Cassa. Spesso alcuni fogli volanti erano aggiunti alla fine del libro (ciò spiega il costo per l’extra vello citato nei conti dei rilegatori), alcune volte riusando fogli scartati e rovinati di vecchi manoscritti. Le fascette potevano essere allacciate ai Piatti mediante vari metodi a seconda del tempo e del luogo, ma la metodologia di base era sempre la stessa. Le estremità delle fascette venivano assicurate ai Piatti attraverso martellatura di pioli di legno o, qualche volta in Italia, chiodi. A questo punto il manoscritto è inserito nella Cassa pronto per essere usato. Di solito, comunque, l’esterno del libro poteva venir ricoperto di pelle conciata e colorata.



rilegatura esterna.
Struttura della rilegatura esterna.
Copertina del davanti con stampi in cortina e copertina di pelle conciata cesellata con la rappresentazione della Vergine e il Bambino Gesù.
Pietro Comestorio, Historia Scholastica, 1451.

Su alcuni libri di epoca carolingia le rilegature avevano semplici disegni impressi sulla pelle. In seguito si sviluppo una moda per l’ornamentazione a stampo delle rilegature nella Francia settentrionale a partire dal tardo secolo XII, e rilegature decorate mediante cesellatura (anche se poco comuni) si incontrano a cominciare dal XIII e XIV secolo. Con la metà del XV secolo, invece, tale pratica divenne assai diffusa. A partire da questo momento, i lati delle rilegature furono frequentemente decorate con serie di stampi di animali e piante appositamente preparate. Per far ciò si usava uno strumento metallico con manico in legno. Questo strumento veniva scaldato e, di seguito, il rilegatore lo prendeva con entrambe le mani e lo posizionava sulla rilegatura pressandovelo sopra con forza, usando il peso del corpo, e facendolo ruotare da una parte all’altra; l’operazione andava eseguita velocemente risollevando rapidamente lo strumento. Non era necessaria una enorme pressione per lasciare uno impressa una traccia sufficientemente nitida. Queste potevano risultare in file, a reticolo o in altri modi. La parte esterna della rilegatura poteva essere fornita di punzoni di metallo o pezzi per gli angoli e, di solito, con qualche tipo fibbia per mantenere il libro chiuso. La pergamena quando sia stata piegata, non importa quanto attentamente, tende a incresparsi in funzione delle variazioni di umidità e temperatura se non è tenuta ferma dalla delicata pressione di unafibbia. I libri medievali erano spesso anche infilati in involucri sciolti, dette Camicie/Sopracopertine, che avvolgevano l’esterno proteggendolo dalla polvere. Molto più frequentemente di quanto la sopravvivenza delle rilegature medievali possa suggerire, i manoscritti erano ricoperti da tessuto e broccati (materiali estremamente deperibili) o con pietre preziose e gioielli (che con molta probabilità so stati rimossi più o meno legittimamente) o con smalti e pitture. Gli inventari medievali sovente descrivono le rilegature, dal momento che la parte esterna di un libro rappresenta la traccia più semplice per riconoscerlo, e danno l’impressione che le biblioteche private e ben fornite dei ricchi signori o i tesori delle grandi chiese fossero pieni di libri con rilegature multicolori ed elaborate. L’arte rappresentata in questi lavori ci porta, però, fuori dalla bottega del cartolaio e, invece, dentro quella dello smaltatore o del gioielliere.



Antica legatoria.


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