rigare e tracciare - ASDPS ARMIS ET LEO

Vai ai contenuti

Menu principale:

rigare e tracciare

scriptorium



RIGARE E TRACCIARE LINEE


Le linee venivano tracciate sulle pagine dei manoscritti medievali come una guida per lo scritto. Gli scolari di oggi hanno linee tracciate per guidare la loro scrittura manuale ed infatti i loro libri di esercizi e libri mastri sono stampati già con queste linee guida. Ora, tuttavia, si considera lo scrivere lettere formali su carta segnata poco serio, come se fosse disdicevole necessitare delle linee per guidare la propria scrittura. Nel corso del Medioevo la situazione era praticamente opposta. Più il libro era di valore, meglio Rigare/Tracciare linee veniva elaborato. I manoscritti privi di questo sistema di riferimento (e ne esistevano) erano le più economiche e brutte trascrizioni fatte in casa. La maggior parte degli splendidi manoscritti miniati possedevano ampie griglie di linee guida per la scrittura. Quando venne introdotta la stampa, ed i primi acquirenti si aspettavano che i libri somigliassero ai vecchi manoscritti, i primi volumi stampati usavano riportare della false linee guida sotto ogni riga proprio perché senza di esse la scrittura appariva nuda. Vi sono esempi di questo modo di fare fino al pieno XVII secolo. Le linee tracciate su un manoscritto medievale erano direttamente proporzionali alla tipologia di testo che doveva esservi scritto. Lo scrivano poteva o Rigare/Tracciare linee per suo conto o scegliere fogli già segnati adatti alla disposizione del testo prescelta.



Immagine di S. Matteo, tratta dai Vangeli di Dinant del XII secolo, che mostra l’evangelista nell’atto di tracciare le righe su di un manoscritto seguendo le linee lungo una doppia pagina.

Esiste una fonte del IX secolo che fornisce istruzioni matematiche per disporre il testo sulla pagina. Supponendo, riporta la nostra fonte, che la pagina sia composta da cinque unità in altezza e quattro in larghezza, l’altezza dello spazio per scrivere dovrebbe essere pari a quattro di queste unità; i margini interni e bassi dovrebbero essere tre volte più larghi dei margini esteri e dello spazio fra le colonne (nel caso di un libro a colonne) e un terzo più largo del margine superiore. Le linee dovrebbero essere spaziate, conclude la nostra fonte, in accordo con la grandezza dei caratteri. Tuttavia, resta difficile misurare la pagina secondo i dettami di questa fonte. È, infatti, difficoltoso capire quanto un dato manoscritto abbia seguito una determinata regola proporzionale in quanto i margini esterni sono stati più volte tagliati nel corso delle successive rilegature. Comunque, in un manoscritto ben fatto l’autore sapeva che l’altezza dello scritto doveva esser uguale alla larghezza della pagina.
Fino al XII secolo la maggior parte dei manoscritti venivano segnati con un punteruolo, attraverso l’utilizzo di stili o del retro dei coltelli. Gli scrivani usavano Rigare/Tracciare linee in modo assai deciso e, spesso, provocando per sbaglio buchi nella pergamena. Intorno all’inizio del XII secolo si riscontrano le prime segnature praticate con qualcosa che assomiglia alla traccia di una matita: potrebbe essere stata grafite ma più probabilmente si trattava di piombo o addirittura argento.

Nel corso di XIII e XIV secolo esisteva probabilmente fabbricanti di Piombini che venivano fabbricati proprio per Rigare/Tracciare linee sui manoscritti.
A partire poi dal XIII secolo, in concorrenza con il Piombini, alle volte all’interno di uno stesso manoscritto, le linee potevano essere tracciate anche con penna e inchiostro. Si possono, infatti, riscontrare linee in inchiostri marroni, rossi, verdi o porpora e, qualche volta l’uso combinato di tutti questi in modo che lo scritto acquistasse una vivace apparenza. Molto frequentemente le righe che demarcano il blocco del testo proseguono fino al termine della pagina e possono essere doppie o triple in spessore. Allo stesso modo, le linee orizzontali che guidano lo scritto possono arrivare fino al margine stesso o per meglio specificare, spesso si allungano fino al marine estremo della pagina la prima e l’ultima riga, o la prima, la terza e la terzultima e l’ultima. Dunque, anche se è molto interessante notare come nei manoscritti è avvenuto il Rigare/Tracciare linee, risulta complesso definire una regola generale.




In alto a sinistra: uno stilo medievale.
Fatto di osso con punte metalliche probabilmente del tipo usato per segnare le righe di guida per la scrittura nei manoscritti fino al XII secolo. 
In alto a destra: Pagina di un Libro delle Ore francese del XV secolo con le righe tracciate in preparazione per la scrittura.
Sotto: una barra di piombo o piombino adatta a tracciare le righe nei manoscritti gotici.
Un suo esempio inglese, che porta impresso il nome del suo proprietario Rogerio, potrebbe essere stato fuso nel XIII secolo.

Rigare/Tracciare linee prima di cominciare a scrivere era un lavoro lungo e noioso. Diversi strumenti erano utilizzati per velocizzare tale operazione. Il metodo più comune era quello di prendere le misure sulla prima pagina di un fascicolo, o sulla prima e sull’ultima, mantenendo il fascicolo aperto, e seguire una riga retta fino al margine estremo della pagina stessa e qui, proprio sull’estremità, marcare un punto attraverso l’intero pacco di fogli mediante una forte punzonatura. I punti così lasciati erano visibili su tutti i fogli e, semplicemente unendoli al margine interno della pagina attraverso la composizione di linee rette, si poteva replicare per l’intero fascicolo il medesimo modello di guida alla scrittura. Qualche volta questi punti venivano tracciati con coltelli tanto che si ritrovano buchi triangolari. Di solito, dovevano essere fatti con un punteruolo da carpentiere, ovvero col manico di legno. La punzonatura non è sempre evidente dato che spesso viene obliterata dalla rilegatura. Se risultano visibili anche sui margini interni oltre che sugli esterni, ciò è dovuto al fatto che il Rigare/Tracciare linee è avvenuto mentre i Quaderni venivano piegati in forma di pagine. Occasionalmente si può notare (specie se avvertiti) come quasi ogni otto righe un buco risulti essere piegato o eccessivamente largo. Se ciò si dimostra essere un fenomeno regolare in diversi fascicoli, allora si ha la prova che la punzonatura è stata fatta utilizzando una sorta di corona dentata e che uno dei denti finendo fuori allineamento ha riprodotto lo stesso difetto su tutte le pagine. Nel corso del Tardo Medioevo, linee multiple tracciate per guidare la disposizione del testo potevano venir marcate mediante l’uso di diverse penne legate insieme, come nel caso del rostro utilizzato per realizzare i pentagrammi. Se per caso queste penne subivano delle scosse o tremavano leggermente nel corso del loro tracciato lungo la pagina, il risultato della vibrazione viene ad essere segnato esattamente nel medesimo punto in diverse linee simultaneamente, rappresentando, quindi, un altro importante indice nella ricostruzione della storia di un manoscritto.
Nel corso del XV secolo, stando a quanto è stato possibile ricostruire, ed in particolare in Italia nordorientale, veniva adoperato uno strumento specifico, la riga o righello. Questo è metodo risulta particolarmente evidente nella fattura di libri orientali ed ebraici. Una tavola di legno veniva forata ed abilmente legata alla pagina da tracciare attraverso spaghi in modo che ne risultasse un’intelaiatura esattamente corrispondente a quella da riportare sulla pagina. Ancora una volta, tuttavia, appare difficile, quando si controlli un manoscritto, comprendere se il righello fosse stato utilizzato o meno. Comunque si immagini come gli spaghi si debbano intersecare quando si incrociano ad angolo retto. Devono essere cuciti uno sopra l’altro o inseriti attraverso il legno in modo da riuscire dalla parte opposta rispetto al filo che lo incrocia. Ciò si può osservare nei manoscritti in cui nessuna linea si incrocia con un’altra; le righe si interrompono improvvisamente e ricominciano qualche millimetro più in la sull’altro lato rispetto all’incrocio. Nel caso in cui il Rigare/Tracciare linee venga effettuato mediante uno stilo la traccia risulta semplicemente delineata da una parte all’altra senza alcuna soluzione di continuità. Durante l’Alto Medioevo gli scrivani senza dubbio preparavano molte delle diverse fasi di preparazione della pagina pergamena per loro conto. La produzione curtense tipica dei monasteri lasciava infatti poco spazio al lavoro di équipe o alla collaborazione con artigiani specializzati. La stessa pergamena era molto probabilmente un sotto prodotto delle cucine monastiche, e la carta era sconosciuta. Ma certamente a partire dal XIV secolo, era possibile trovare in commercio fascicoli di pergamena già pronti per la scrittura. Il Rigare/Tracciare linee proseguiva anche sotto la miniatura e sui fogli volanti in bianco. Per molti copisti, dunque, il lavoro scritturale iniziava facendo uso di fascicoli in bianco di pergamena o carta già piegati e con il Rigare/Tracciare linee completo.



clicca sulla linea blu perinizio pagina

 
Torna ai contenuti | Torna al menu