calligrafie - ASDPS ARMIS ET LEO

Vai ai contenuti

Menu principale:

calligrafie

scriptorium

CALLIGRAFIE STORICE PIU' RAPPRESENTATIVE



Parlando di Calligrafie storiche nel perioco medievale occidentale, siamo obbligati, per estensione temporale e la numerosa produzione svoltasi in 1000 anni di storia, ha fare un minimo di scelta, per consentire anche a chi si avvicina per la prima volta all'argomento, di comprendere il cammino evolutivo della scrittura occidentale, sino all'avvento della stampa.


CAPITALI RUSTICHE.



VIRGILIO II ECOLGA
Questo magnifico e raro esempio virgiliano in Capitale Libraria Rustica risale alla II metà del V secolo Le parole sono separate da un punctus (punto centrato a mezza altezza),
al posto della scrittura continua (scrittura ininterrotta) tipica di questo periodo.
Il ritratto nell'illustrazione mostra Virgilio seduto accanto a un leggio, con una capsa per raccogliere i rotoli di pergamena alla sua sinistra.


Se il calligrafo di oggi qualche volta rimane disorientato di fronte alla ricca varietà di scritture disponibili, sia moderne, sia storiche, non doveva essere lo stesso per l'amanuense del primo periodo romano, che aveva a disposizione solo tre calligrafie di base: La prima era la splendida Capitale Imperiale, la più complessa di tutte le scritture, usata nelle iscrizioni monumentali. In secondo luogo per sbrigare atti quotidiani di minore importanza si adottò una scrittura corsiva, veloce da tracciare e di uso corrente. La terza scrittura era la Capitale Rustica, un' elegante alternativa alla Capitale Imperiale di uso polivalente.









Dal I a V secolo la Capitale Rustica rappresentò la scrittura per i manoscritti più prestigiosi, come le opere di Virgilio. Dopo il V secolo, non fu più usata come scrittura per manoscritti, ma continuò ad apparire nei titoli per molti secoli. Per quanto ne sappiamo la scrittura non fu adottata dalla letteratura cristiana e la conversione di Roma al Cristianesimo nel 313 d.C., con il successivo uso dell'Onciale, segno la fine della scrittura Rustica intesa come scrittura libraria.
Le Capitali Rustiche servivano anche per le incisioni su pietra, spesso presenti insieme alle Capitali Imperiali su monumenti di minor prestigio.

MATERIALI DI SCRITTURA.
Il fatto che si siano trovati esempi ci Capitale Rustica sia in manoscritti sie in insegne, indica che venivano usati due strumenti di scrittura diversi. La scrittura potrebbe essere stata eseguita con la stessa scorrevolezza  sia con un calamo (o dopo il IV secolo con una penna d'oca) sie con un pennello. Il pennello potrebbe essere stato a punta piatta, di pelo di zibellino flessibile, tenuto ad un angolo quasi perpendicolare per creare aste sottili e tratti orizzontali larghi.
DUCTUS SEMPLICE.
La differenza Principale tra Imperiale e Rustica consiste nella complessità del peso del tratto.
I tratti dell'Imperiale sono regolari, senza contrasti marcati nel peso. Questo effetto richiede numerosi cambiamenti nell'angolazione dello strumento di scrittura. Il ductus della Rustica è più semplice da rappresentare, con una pronunciata differenza nel peso del tratto tra linee grosse e sottili.

FOGLIA DI PAPIRO.
Il papiro è stato la principale superficie scrittoria per oltre 3000 anni, fino al tardo periodo romano. Si otteneva tagliando il fusto in liste sottili nel senso della lunghezza; le liste, accostate le une alle altre, formavano uno strato piano che veniva fatto seccare al sole e arrotolato.   



rotolo di papiro

COSRUZIONE DELLE CAPITALI RUSTICHE




  



    
 



clicca per inizio pagina

ONCIALE E ONCIALE ARTIFICIALE


CODEX AMIANTINUS
Il Codex Amiantinus fu scritto a Wearmouth e Jarrow prima del 716. Iniziato dall'abate Coefrid, questo imponente libro è la prima Bibbia conosciuta in latino, prodotta come dono per Papa Gregorio II.
Anche se vi compaiono errori nella prima.seconda e quinta riga, il resto deli' Opera è un vero Tour de Force di Onciale Artificiale.
I tratti sottili, disegnati con precisione e le delicate grazie sono di una qualità superiore a quelli del Salterio di Vespasiano.

LA SCRITTURA ONCIALE ROMANA (Littera Uncialis) nacque nel II-III secolo d.C., probabilmente nell'Africa settentrionale.
Anche se le sue origini sono soggette a congetture, esistono notevoli somiglianze con l'Onciale greca, una pratica scrittura curvilinea in uso dal III secolo a.C. Che rappresentava la scrittura ufficiale della Chiesa Cristiana.
Dal II secolo il cristianesimo aveva assunto sempre maggiore importanza all'interno dell' Impero Romano ed è probabile che i primi cristiani avessero adattato alla lingua latina l'Onciale greca per creare una forma di scrittura adatta alla loro nuova religione.

LA SCRITTURA ONCIALE prende nome da uncus, “uncino”, per la caratteristica forma delle sue grazie. Secondo alcune fonti l'origine di tale denominazione sarebbe da attribuire a San Girolamo, Dottore della Chiesa famoso per i suoi lavori di revisione e traduzione della Bibbia. La diffusione dell'Onciale in Europa andò di pari passo con l'espansione del cattolicesimo.

ORIGINE DELLE MINUSCOLE
Le origini delle lettere minuscole moderne possono essere ricercate nella scrittura Onciale. Le lettere d, h e l sono più alte delle capitali, mentre le lettere i, f, n, p, q e r scendono al di sotto della linea di base. Un ulteriore distacco dalla forma capitale è evidente dall'assenza di grazie elaborate. Questa semplicità fa dell'Onciale, insieme alla Minuscola Carolina, Foundational (qui non trattato), la scrittura ideale per imparare le regole su come maneggiare una penna e sulla calligrafia.



SALTERIO DI VESPASIANO
Il Salterio di Vespasiano fu scritto nell'abazia di Sant Agostino di Canternbury, all'inizio dell'VIII secolo.
Il glossario interlineare contiene la prima copia conosciuta dei salmi in inglese.
La D d'apertura del Salmo 26, che mostra le figure di David e Gionata è il primo esempio di iniziale istoriata presente in un manoscritto occidentale.
Il titolo miniato è scritto in Capitali Romane composte.

ONCIALE ARTIFICIALE
La calligrafia Onciale era ampiamente diffusa in Inghilterra al tempo in cui furono fondate le due abazie gemelle di Wearmouth, Jarrow e Sothumbria (zona dell'Inghilterra a sua del fiume Humber) furono in grado di produrre manoscritti della stessa qualità prodotti nel resto di Europa, come il Codex Amiatinus. La calligrafia che usavano non era l'Onciale di San Girolamo, ma una versione più complessa e ricca di grazie, con tratti orizzontali sottili e tratti verticali spessi, e con grazie che ricordavano quelle delle Capitali Quadrate (qui non trattate). Questa pregevolissima calligrafia è variamente conosciuta come Onciale Artificiale, Tarda Onciale o Onciale Romanizzante dello stile di Canterbury.


ONCIALE










L'ONCIALE è una calligrafia funzionale  di facile scrittura, mente l'Onciale Artificiale è soggetta ad elaborazioni che richiedono numerose rotazioni della penna e cambiamenti di inclinazione. Entrambe le forme sono considerate bilineari (scritte tra due linee orizzontali), ma danno inizio a una tendenza che poterà allo sviluppo delle moderne lettere minuscole : f, i, n, p, q, r scendono sotto la linea di base , mentre d, h, l, superano la linea superiore.






clicca per inizio pagina



MAIUSCOLA INSULARE


spilla di Tara

Il nome MAIUSCOLA INSULARE (Semionciale Insulare) discende dalle origini geografiche della scrittura, nata in Gran Bretagna e Irlanda, “insulare” deri9va dal nome latino di “isola” e “Maiuscola” si riferisce all'altezza delle lettere, più grandi di quella della complementare Minuscola Insulare (trattata più avanti). In quanto calligrafia di prestigio, la Maiuscola Insulare è caratterizzata da lettere disegnate lentamente e in modo accurato, con molti sollevamenti della penna. All'inizio del Medioevo in Gran Bretagna e Irlanda rappresentava la calligrafia preferita per i manoscritti sacri in latino, compresi due dei più belli mai prodotti, il Vangelo di Lindisfarne e il libro di Kells.


PAGINA DELLE BEATITUDINI TRATTA DAL LIBRO DI KELLS.
Il margine di questa pagina del libro di Kells combina le 8 B iniziali con decorazioni zoomorfe e antropomorfe.
Il tratto orizzonatle sopra le lettere “spu” nella prima riga indica l'abbreviazione di “spiritu”.
Il tratto orizzontale è un accorgimento degli amanuensi per le parole ripetute spesso  al''interno del testo.
Caratteristica è anche la lettera “n” nella 13a riga, esageratamente allargata per riempire lo spazio.
L'uso di puntini rossi per contornare le iniziali e decorare il testo è più delicato e controllato in quest'opera che nel Vangelo di Lindisfarne.




PREFAZIONE DI SAN GIROLAMO.
Una pagina graziosamente decorata tratta dal Vangelo di Lindisfarne mostra la prefazione al testo di San Girolamo.
L'uso abbondante di puntini rossi attorno alle lettere iniziali è una caratteristica ricorrente del libro.
Oltre a delimitare il contorno delle lettere, i puntini forniscono anche uno sfondo di colore delicato.
Un foglio del Vangelo di Lindisfarne è decorato con oltre 10.000 di questi puntini.
Le lettere rubricate in alto alla pagina indicano la fine di un testo e l'inizio di un altro.
La Capitali decorate sulla pagina del Vangelo di Lindisfarne, la rendono una delle pagine più solenni del libro.
Sono evidenti un gran numero di influenze, tra cui quella greca, romana, semionciale e runica: L'introduzione da parte di Eadfrit (vescovo e autore dell'opera) è estremamente creativa.
Nella pagina sono presenti tre differenti forme di lettera A, due sulla seconda riga e una terza in forma di OC, sull'ultima riga.


SE MAI E' ESISTITA UNA ETA' D'ORO DELLA CALLIGRAFIA, questa è riconducibile all'inizio dell'VIII secolo quando la Nothumbria era uno dei più fiorenti centri artistici e culturali dell' Eouropa occidentale L'influenza reciproca tra gli scriptoria dei monasteri agostiniani gemelli di Wearmouth e Jarrow e di quello celtico di Lindisfarne, portarono alla produzione di alcune delle più grandi opere dell'arte medievale.

IL LIBRO DI KELLS.

Il Libro di Kells fu scritto tra la seconda metà dell'VIII secolo e i primi anni del IX secolo, probabilmente da monaci irlandesi e della Nothumbria.Il suo luogo di origine non è identificabile con precisione e la prima testimonianza che ne abbiamo della sua esistenza riguarda la notizia del suo furto, avvenuto nel 1006 nel monastero di Kells in Irlanda. I quattro testi miniarti contenuti nel Libro di Kells furono scritti da almeno tre amanuensi nelle versioni insulari di lettere Onciali e Semionciali. Queste probabilmente derivavano da caratteri originariamente introdotti in Iranda dzall'antica regione della Gallia tramite San Patrizio e i suo missionari.

IL VANGELO DI LINDISFARNE.
Il Vangelo di Lindisfarne, riccamente miniato, risale alla fine del VII secolo quando gli amanuensi dei monasteri della Nothumbria entrarono nella loro fase più produttiva. Il Vangelo fu scritto in latino da un unico amanuense, Eadfrit, che divenne vescovo di Lindisfarne nel 698. Un glossario interlineare, con una traduzione del testo in inglese, fu aggiunto nel X secolo.



Un frammento calligrafico, intitolato “Cultural Decomposition”, creato dal calligrafo irlandese Denis Brown nel 1993.
Delle dimensioni di 1,2 per 1,6 metri, è un'opera moderna di grande efficacia.
Le qualità artistiche medievali delle lettere Maiuscole Insulari sono sistematicamente corrose dai simboli della modernità, i cavi elettrici.


MAIUSCOLA INSULARE







clicca per inizio pagina

MINUSCOLA INSULARE

Accanto ad ogni calligrafia formale di grande prestigio, solitamente compariva una grafia complementare per gli affari quotidiani e per i manoscritti di cartattere non religioso. Nel caso della Maiuscola Insulare, la scrittura complementare è la Minuscola Insulare, che risale al tardo V secolo o all'inizio del VI secolo. In Inghilterra rimase in uso fin dopo la conquista normanna del 1066 e in Irlanda è sopravissuta nel Gaelico fino al XX secolo, diventando così una delle scritture di origine latina più longeve.





Libro di preghiere di Mercia

Pagina in minuscola formale tratta da un libro della preghiere di Mercia ll'inizio del IX secolo probabilmente a Worcester.
Confrontate la decorazione relativamente contenuta della lettera iniziale con quella della Historia Eccclesiastica di Bede (di seguito) che presenta motivi a spirale, greche e nastri intrecciati.

LA MINUSCOLA INSULARE
arrivò nel territorio britannico dall'Irlanda attraverso San Colombano e fu insegnata nei monasteri di Iona  e Lindisfarne. Come nel caso della Maiuscola Insulare, la scrittura fu in seguito diffusa dai missionari irlandesi. Il termine”insulare” è stato introdotto dai paleografi per indicare una cultura condivisa da Irlanda e Britannia, libera da influenze continentali.


CALLIGRAFIA ANGLOSASSONE.
Dopo il Concilio di Whitby nel 664, l'influenza della Chiesa Celtica in Inghilterra, Scozia e Galles diminuì e comincio e delinearsi una calligrafia anglosassone più distintiva. La qualità di tale scrittura è classificabile in quattro gradi: ibrida, on elementi semi onciali  e la forma OC della lettera   a; formale,eseguita in modo molto accurato; corsiva, la scrittura base più funzionale; e informale, per una stesura molto veloce. Dall'inizio del IX secolo, la scrittura più usata nella Britannia meridionale fu la minuscola corsiva con aste a punta  nelle estremità inferiori, ed è questa che prenderemo a modello per la nostra scrittura.


HISTORIA ECCLESIASTICA.
Nella Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum di Bede, scritta nell'Inghilterra meridionale nell'820 circa, le discendenti sono costituite da unico tratto e finiscono con un breve e sottile tratto terminale   rivolto verso l'alto.
La penna viene sollevata ad ogni tratto.


INFLUENZE CAROLINGIE.
Dal X secolo, la Minuscola Insulare cominciò a subire alcuni cambiamenti, diventando prima spigolosa e verticale e poi, sotto l'influenza della Minuscola Carolina, assumendo una forma più tondeggiante. Dall'XI secolo, la scrittura entrò nella sua fare finale della sua trasformazione, presentando lettere dall'aspetto più squadrato.

CAMBIO DI ANGOLAZIONE DELLA PENNA.
Nel corso dello sviluppo della Minuscola Insulare, fu un cambiamento dell'inclinazione della penna che permise agli amanuensi di esprimere il proprio virtuosismo calligrafico. Questa componente ludica diminuì via via che la scrittura divenne più quadrata. Per il lettore moderno, le discendenti a punta della minuscola corsiva risultano quanto mai peculiari soprattutto nelle lettere r e s. L'occhio medio delle altre lettere è tondeggiante e compatto, il chè da alla pagina una struttura più scorrevole rispetto a qualsiasi altra Minuscola Insulare adottata in seguito.









MINUSCOLA CAROLINA

A prima vista, le differenze tra la Minuscola Carolina (Minuscola Carolingia) e la scrittura Semionciale tarda non sono evidenti La distinzione principale tra le due scritture sta nello strumento utilizzato: una penna ”diritta” per la Semionciale e una “inclinata” per la Carolina. In realtà, la Minuscola Carolina si sviluppò nell'VIII secolo come una versione riveduta della Semionciale e sopravvisse in questa forma fino all'XI secolo, prima di evolversi nel Gotico Antico  nella Rotonda (qui non trattata).


Intorno alla fine dell'VIII secolo, Carlo Magno aveva esteso l'Impero dei Franchi dal Baltico all'Italia Settentrionale.
Ispirato dallo splendore dell'antichità, Carlo Magno pr5omosse una grande riforma culturale. Alcuino di York fu nominato rettore di San Martino a Tours in Francia , dove fondò uno scriptorium  e una scuola di corte. Fu in questo luogo che la Semionciale esistente fu riformatra per creare la Minuscola Carolina
UNA SCRITTURA DOMINANTE.
Caratterizzata dalla sua chiarezza e uniformità, la Minuscola Carolina divenne gradatamente la scrittura dominante in Europa. Arrivò tardi in Inghilterra, ma fu adottata nel X secolo per testi latini, come il Salterio di Ramsey.




SALTERIO DI RAMSEY.
La Minuscola Carolina del Salterio di Ramsey fu una delle calligrafie che ispirarono il lavoro di Johnston .
In Writing and illuminating and Lettering, Johnston scriveva: “Contiene tutte le qualità di una buona scrittura a un livello notevole, e io la considero nell'insieme, la calligrafia più completa e soddisfacente che abbia mai visto”.


Per i successivi 400 anni fu riscoperta dagli amanuensi del Rinascimento e, in seguito, adattata da Nicolas Jenson e da altri disegnatori grafici di Venezia per i loro primi caratteri tipografici.





BIBBIA DI GRANDVAL
Le lettere Minuscole Caroline di questo esempio, presentano una leggera inclinazione a destra: Sono scritte tra quattro righe immaginarie: l'occhio medio è compreso tra due linee  centrali, le ascendenti raggiungono la linea superiore e le discendenti quella inferiore.
Ascendenti e discendenti hanno esattamente la stessa altezza dell'occhio medio.



PENNINO A PUNTA DIRITTA.
Le principale differenza tra Semionciale e Minuscola Carolina è il taglio della punta del pennino. La Semionciale è disegnata con un pennino a punta obliqua, che produce una lettera verticale con contrastanti tratti spessi  e sottili. La Carolina è scritta con un pennino a punta diritta, che traccia lettere con tratti di proporzione uniforme.

IMPRESSIONE GENERALE.
Se si osserva una pagina di testo, l'effetto di una Minuscola Carolina è ben di verso da quella della Semionciale. Mentre le lettere di quest'ultima hanno un aspetto statico, quelle della Carolina hanno una leggera pendenza a destra, più appariscente nelle ascendenti e nelle discendenti. L'occhio medio delle lettere rigorosamente compreso tra la linea di base e l,a mezzana accentua l'aspetto ordinato della scrittura.

MINUSCOLA CAROLINA









cliccare suula line blu per inizio pagina




GOtICO ANTICO


Il GOTICO ANTICO Proto-Gotico o Tarda Carolina) fu ampiamente usato nella maggior parte dell' Europa Occidentale dalla fine dell'XI secolo fino alla metà del XIII secolo (periodo compreso tra la fine dell'era carolina e l'inizio di quella gotica). In retrospettiva, la scrittura può essere vista come una forma di transizione tra la Minuscola Carolina e le varianti di Textura, in quanto presenta caratteristiche di entrambe, con archi tondeggianti della Carolina e le ascendenti spaccate della Quadrata.




IL GOTICO ANTICO
si sviluppò direttamente dalla Minuscola Carolina. Era più compatto e ovale della scrittura precedente e prestava maggior attenzione a particolari come le grazie e i piedi delle lettere. La sua evoluzione fu probabilmente il semplice risultato di amanuensi che modificarono il taglio della punta del proprio pennino da diritto a obliquo. Questo diede origine a lettere più spigolose e a un aspetto più verticale della pagina in generale.




MORALIA IN LABORE
I volumi Moralia in Labore furono completati nel 1111 da amanuensi e miniaturisti a Citeaux, in Francia, un anno prima che San Bernardo arrivasse a imporre quella severa disciplina per cui l'Ordine Cistercense divenne famoso.
L'umorismo e i colore vivace dell'illustrazione di questa pagina tratta dal manoscritto sono in netto contrasto con le opere negli austeri tempi che seguirono.


EVOLUZIONE DEL GOTICO ANTICO
Il Gotico Antico nacque nelle aree sotto l'influenza normanna e angioina (principalmente in Inghilterra e in Francia) prima di diffondersi in Germania settentrionale, Scandinavia. Spagna, Sicilia e in  parte dell'Italia. Come risultato dell'influenza inglese, fu prestata particolare attenzione al piede della lettera, formalmente applicato in contrapposizione al risvolto ascendente preferito nel continente. Man mano che la scrittura si sviluppò, l'occhio medio divenne in genere sempre più compatto.

TRAMONTO DEL GOTICO ANTICO
Il Gotico Antico si colloca a metà strada tra la Minuscola Carolina , con forme delle lettere nettamente definite,  il Gotico Textura, in cui l'aspetto strutturale complessivo è di enorme importanza. Anche se influenzati dalla Carolina, gli amanuensi capirono velocemente che aumentando la compattezza delle lettere potevano modificare il colore strutturale della pagina. Questo stile raggiunse la sua forma estrema nelle scritture Gotiche Textura, che guadagnarono velocemente popolarità e sostituirono il Gotico Antico.


GOTICO ANTICO









Il GOTICO ANTICO
si disegna con una penna “diritta” e ha un aspetto compatto e verticale, contrastato dall'andamento orizzontale della grazia a cuneo sulla linea mezzana.
L'altezza dell'occhio medio varia da quattro a sei volte la larghezza del pennino, e ascendenti e discendenti spesso uguagliano questa altezza.
La grande variazione dell'angolo del pennino (tra 10° e 40°) comporta differenti tipi di grazie.
La più distintiva è la grazia spaccata sulle ascendenti delle lettere b, d, h, k, e l.




clicca sulla linea blu per inizio pagina


TEXTURA QUADRATA

Dall'inizio del XIII secolo, il Gotico Antico si sviluppò in una calligrafia spigolosa, non corsiva, conosciuta come Textura Quadrata (Lettera Nera). Il nome Textura si riferisce all'aspetto generale della scrittura, che ricorda una trama intessuta. La scrittura rappresentò un cambiamento rivoluzionario nella calligrafia: dopo aver cercato per secoli di dare ad ogni lettera una propria identificazione, improvvisamente le singole lettere vengono subordinate al complessivo effetto strutturale.

Con i suoi tratti densi e spigolosi, con i piedi e le teste delle lettere a forma di diamante, la Quadrata è per molti la rappresentazione grafica del Medioevo. Nell'Europa settentrionale, fu usata nel XVI secolo per manoscritti liturgici, seconda solo dal punto di vista del prestigio alla sua scrittura gemella il Precisus. Il declino della Quadrata come scrittura libraria elegante  può essere in parte dovuta alla richiesta di libri più piccoli e maneggevoli, per i quali erano più indicate scritture di dimensioni più contenuta come la Schwabacher (qui non trattata) e la Minuscola Umanistica (qui non trattata). Comunque la Quadrata continuò a sopravvivere nel XX secolo in forma di lettere da ritagliare , lettere per vetri colorati, intestazioni di documenti. In Europa fu largamente impiegata per insegna di negozi e testate di giornali.



Una pagina tratta da un manoscritto francese dell'inizio del XIV secolo mostra la Textura Quadrata
in tutta la sue bellezza.
L'aspetto uniforme e strutturale della pagina è determinato dalla meticolosa regolarità di spaziatura e altezza dei caratteri.
L'amanuense potrebbe aver usato un pennino a taglio obliquo, che rendeva più semplice la realizzazione di filetti sottili.
Notare la capitale P che precede le capitali rubricate S e I: il tratto trasversale sull'asta della P indica la contrazione di “par”, “per” o “por”.

IL PUNTINO SU I E J
L'uniformità tipica della Textura Quadrata rappresentò un' interessante innovazione che rimane in uso ancora oggi. Essendo la I facilmente confondibile con le altre lettere, per distinguerla vi fu posta sopra una lineetta (che nel tardo XIV  secolo si trasformò in un puntino) Con una coda aggiuntiva, la lettera I diventa anche una J. Questo cambiamento, insieme all'inclusione tardo medievale della  W e alla distinzione tra V e U, portò alla formazione delle 26 lettere dell'alfabeto moderno.



Questa pagina tratta da un calendario, libro di inni e libro di preghiere di Guillaume d'Orgemont, risale al 1386 circa.
Mostra un alfabeto quasi completo di Lettere in Textura Quadrata, incluse due versioni di A, R e S.
Un attento esame delle lettere suggerisce che la penna doveva essere stata tagliata obliquamente.
Questo spiegherebbe il relativo spessore  del tratto dell'asta rispetto ai tratti diagonali e a diamante.

STATUS DI UNA SCRITTURA

Lo status di una scrittura è in genere determinato dal numero di tratti separati e dai sollevamenti della penna effettuati per la sua creazione: un distinzione particolarmente visibile nella Textura Quadrata.
Generalmente, più le lettere sono spigolose e compatte, più numerosi sono i tratti necessari per la loro costruzione. Un indicatore dello status di una scrittura è l'arco della lettera A, che può variare da una forma quasi corsiva , ad una forma rigidamente geometrica.



TEXTURA QUADRATA






Caratteristica della della Textura Quadrata è la struttura verticale delle lettere. Le curve sono praticamente inesistenti e i tratti differiscono il meno possibile uno dall'altro. Il rigore è interrotto solo dall'uso di tratti sottili creati trascinando l'inchiostro umido con l'angolo del pennino. Altri elementi distintivi sono le ascendenti spaccate e i piedi delle lettere a forma di diamante, divisi da un piccolo spazio.




CLICCARE SULLA LINEA BLU PER INIZIO PAGINA

TEXTURA PRECISUS

L'impiego della Textura Precisus (Textualis Precissa) è parallelo a quello della Quadrata sia per la durata come scrittura libraria, sia per lo sviluppo dello stile Textura: Le due scritture usavano anche le stesse capitali e le stesse Versali. La loro differenza principale è indicata dall'aggiunta del nome Pecisus, vel sine pedibus, cioè “con i piedi tagliati”. Le lettere di questa calligrafia presentano infatti una base squadrata.



Sia la textura quadrata sia la Precisus si svilupparono dal Gotico Antico e risalgono alla fine del XII secolo. I paleografi sono incerti su quali delle due apparve per prima . E' possibile che la Precisus sia nata nell'Inghilterra meridionale e si sia diffusa in Francia, ispirando gli amanuensi allo sviluppo della Quadrata. La comparsa della Precisus fu molto probabilmente il risultato del virtuosismo creatvio di un calligrafo. Ma, indipendentemente dalle sue origini, divenne rapidamente una scrittura libraria più prestigiosa del Gotico Antico.




Il Salterio di Windmill fu scritto in Inghilterra nel 1290 circa. In questo foglio, tratto dal Giudizio si Salomone, il raffinato lavoro di filigrana è stato realizzato con una penna d'oca molto appuntita.
La forte inclinazione del pennino produce lettere spigolose con marcate testa a diamante.
La larghezza del tratto e lo spazio interno della lettera sono uguali.

UNA CALLIGRAFIA PRECISA.
La Precisus era una scrittura molto impegnativa. Gli amanuensi dovevano possedere una particolare destrezza nel maneggiare una penna inclinata per ottenere piedi che imitavano il segno di una penna diritta. L'enorme quantità di tempo necessaria ne limitava l'utilizzo a libri prestigiosi e di grande formato. Il suo uso iniziò a declinare verso la fine del periodo gotico e l'introduzione della stampa ne segno il definitivo abbandono .





Il Salterio di Luttrell, scritto per un proprietario terriero del Lincolnshire nel 1325-35 circa, è stato realizzato nella forma migliore di Precisus.
Le righe sono uniformi e compatte, il tratto è preciso.
L'ispessimento della base dell'occhio può indicare una rotazione della penna.

TEXTURA PRECISUS





La principale differenza tra la Quadrata e la Precisus è l'assenza in quest'ultima dei piedi a diamante nelle lettere a, f, h, l, m, n, r, t, e u. Le ascendenti spaccate di b, h, k, e l, sono ridotte a testa piattae, nella sua forma estrema, , le lettere a, c, d ed e sono senza linea di base. La Precisus ha una base più delineata e lo spazio interlineare è quasi uguale all'altezza dell'occhio medio.


cliccare sulla linea blu per inizio pagina


CAPITALI GOTICHE E VERSALI

La principale differenza tra le Capitali Gotiche e le Versali sta nella loro costruzione: le Capitali Gotiche sono scritte con tratti singoli, mentre le Versali sono costituite di diversi tratti compositi.
Una Versale è una singola lettera iniziale, di dimensione più grande rispetto al testo scritto e usata per indicare un titolo, un capitolo o un'apertura di un paragrafo. La dimensione della Versale e la quantità di oro e colore usati per decorarla è direttamente proporzionale alla funzione dell'iniziale l'interno del testo. Anche se meno imponente della Versale, la Capitale Gotica è ricca di elaborazioni sotto forma di sottili tratti verticali e diagonali.



ALFABETO CAMPIONE
Questo documento che risale al 1400 circa, riproduce due serie di Capitali Gotiche.
Anche se non sono l'esempio più raffinato di questa scrittura, il tratto nitido e chiaramente leggibile ne fa un ottimo modello-guida per il moderno calligrafo.
Da notare come l'amanuense abbia dato maggior peso ad alcune lettere aggiungendovi alcuni tratti arrotondati.

Fu nel testo Gotico che le lettere Capitali apparvero per la prima volta insieme. Le Capitali Gotiche, con lo stesso ducutus delle minuscole, erano usate all'interno del testo per iniziare una frase o indicare un nome proprio. In frasi importanti o poesie, la Capitali Gotiche erano spesso sostituite dalle Versali. Nella forma più semplice, una Versale può essere una lettera contornata riempita di colore. Nelle forme più sofisticate, può essere istoriata, zoomorfa o ornata con motivi floreali. In alternativa la decorazione può essere astratta, con motivi a spirale, greche e nastri intrecciati.



CAMPIONARIO
I modelli delle Versali erano scelti dal cliente su un campi0onario come questo, del XII secolo.
La pagina illustrata del campionario mostra l'accuratezza con cui sono stati realizzati i rami attorcigliati che decorano le lettere.

MODELLI PER LE VERSALI.
Nel corso dei secoli, le Versali sono state modellate su lettere di scritture diverse. Durante il periodo gotico, generalmente si basavano sulla Capitali Longobarde e, in epoca carolingia e rinascimentale, furono spesso usate come modelli le Capitali Imperiali. Probabilmente le Versali più decorate furono quelle dei manoscritti della Northumbria, all'inizio del Medioevo, che derivavano dai modelli romani , greci e runici.





Le Capitali Gotiche seguono lo stesso ductus delle minuscole sono anch'esse scritte con penna inclinata. Hanno però un aspetto più arrotondato e ampio di quello rigorosamente formale delle minuscole e le sue forme contrastano notevolmente quando sono accostate. Il numero di svolazzi della Capitale Gotica la rende inadatta per scrivere una parola intera. Una Buona alternativa è la Capitale Longobarda.








CAPITALI LONGOBARDE.

Una Capitale Longobarda è una lettera composta, caratterizzata da aste curve  e da grazie monotratto. A differenza delle più decorate Capitali Gotiche, le lettere longobarde furono usate per scrivere intere parole e frasi. Ebbero successo coma Capitali decorate, sia in forma scritta sia incisa per iscrizioni monumentali. La scrittura fu molto utilizzata nella seconda metà dell'XI secolo, per poi essere soppiantata dalla Capitale Umanistica (qui non trattata) nel XVI secolo. La Capitale Longobarda ebbe un nuovo periodo di gloria in Inghilterra, soprattutto come lettera monumentale, durante il revival gotico del XIX secolo.



BIBBIA DI WINCHESTER.
La visione di Ezechiele, tratta dalla Bibbia di Winchester, presenta una serie di Capitali Longobarde meticolosamente disegnate.
Come in altre opere della metà del XII secolo, lo scriba non si è preoccupato dell'interruzione delle parole a fine riga: per esempio m”INCIPIT EZECHIEL” si legge “INCIPIT:EZECHIEL”.
Nell'iniziale miniatura, Ezechiele è dipinto mentre sogna vicino al fiume Chobar.
Le ruote simboleggiano i quattro evangelisti.

In alcune fonti, questa scritturasi ritrova citata come “lombarda” è come tale è ufficialmente conosciuta in vari paesi, avendo la sua denominazione  seguito lo stesso processo linguistico che ha trasformato la Longobardia in Lombardia. Essenzialmente, le lettere capitali che costituiscono questa caratteristica scrittura sono una particolare combinazione di elementi imperiali e onciali.
Le Capitali Longobarde possono essere considerate una versione semplificata, disegnata a penna, della Capitale Imperiale Romana (qui non trattata). I molteplici tratti dell'Imperiale, sono ridotti al minimo, per dare forma ad una lettera facile da rappresentare. Solitamente la scrittura Longobarda include le forme onciali delle lettere A, D, E, M, e T.




IL SACRAMENTARIO DI GELLONE
Le lettere del titolo di questo testo dell VIII secolo, scritto in Francia per la messa della vigilia di Natale, sono un primo grossolano esempio di Capitale Longobarda.
L'amanuense ha preso come esempio la Capitali Imperiali, disegnando il contorno di ogni lettera con un pennino a punta fine.
Le lettere delle prime tre righe presentano una decorazione interna.
Le parole del titolo sono state considerevolmente abbreviate: Sulla seconda riga l'abbreviazione di “DOMINI” in “DNI” è stata indicata da una sirena al posto del tradizionale trattino orizzontale.

LETTERE COMPOSTE
A differenza della maggior parte della Capitali, la lettera Longobarda non è il risultato del movimento naturale della mano. Mentre ogni elemento della Capitale Gotica, per esempio, è il risultato di un singolo tratto, un elemento della Capitale Longobarda è costituito da diversi tratti misti. I fianchi delle aste descrivono una curva verso l'interno, solitamente disegnata con il pennino tenuto orizzontalmente. Anche le grazie, costituite da un unico tratto, sono ottenute con il pennino orizzontale; solitamente appaiono leggermente concave e non presentano filetti orizzontali all'estremità dell'asta come nelle Capitali Imperiali Romane.
Abbellimenti
La Capitale Longobarda costituisce la base per molte Versali e la quantità di abbellimenti e decorazioni possibili è limitata solo dall'immaginazione dell'amanuense. Tuttavia, la forma della lettera Longobarda incisa su pietra è spesso condizionata dalla superficie (per esempio, le grazie sottili possono essere ingrossate o tralasciate). La Longobarda è stata largamente usata anche su tessuto, metallo vetro, e ceramica.




CAPITALE LONGOBARDA





Non esiste un documento storico con una serie completa di Capitali Longobarde e quelle illustrate sono state raccolte da fonti diverse.
A differenza delle Capitali Gotiche, le Longobarde sono state usate per scrivere intere parole e frasi.
Fate attenzione allo spessore del tratto, all'uniformità delle grazie e al grado di compressione o espansione delle lettere.






















 
Torna ai contenuti | Torna al menu